Buon primo mercoledì di novembre, oscuri.

Appuntamento con le interviste oniriche.

Con l’ospite di oggi ho parlato di alberghi,  di scuola, di camere che non si trovano, del quanto sia difficile credere in se stessi e ci abbiamo infilato anche una riflessione sulla relatività della percezione umana.

Oscuri, ecco a voi Melissa Pratelli!

Melissa, raccontaci il tuo sogno.

Ecco qua uno dei sogni (che faccio spesso con leggerissime varianti).
Sono in un albergo, di solito cambia per tipologia grandezza e simili, ma sempre di albergo si tratta. Altro elemento importante di solito sono in gita scolastica. Mi trovo lungo un corridoio e devo andare nella mia camera, purtroppo però non ricordo mai quale sia il numero, nemmeno il piano e non ho la chiave con me, faccio per andare a prenderla alla reception, ma non sapendo il numero ovviamente non posso fare nulla. Salgo scale, percorro corridoi, a volte pure delle balaustre, prendo l’ascensore che spesso non parte o si blocca o peggio comincia a decollare verso l’infinito e oltre e io mi spiaccico contro la parete in preda al panico. Alla stanza comunque non ci arrivo mai.
Altra cosa che mi capita di sognare: vado a scuola (le superiori) e la struttura è assurda. C’è un atrio altissimo con tanti corridoi che corrono alle pareti su vari piani e al centro una scalinata che però è frammentata in più pezzi, tipo dieci gradini poi un salto nel vuoto, poi altri venti gradini. Superata la scala, alcune aule possono essere raggiunte solo arrampicandosi su delle passerelle attaccate al muro (ovviamente traballanti) e poi con un salto verso la porta che io non riesco mai a fare.
Bene, ora puoi chiamare la neuro.

In tutti e due i sogni ci sono edifici abbastanza grandi (un albergo e una scuola) che ti portano, a causa della loro struttura o per la mancanza di elementi, a non raggiungere la “tua” porta (sai quanto questo tema sia a me caro). Cosa nella tua vita vorresti raggiungere e cosa te lo impedisce?

Questa è una domanda davvero difficile! Credo che nella vita di ciascuno ci siano tante cose che vorremmo raggiungere, ma che, per un motivo o per un altro, ci sono precluse, perciò mi riesce difficile dare una risposta secca e decisa alla domanda. Una delle cose che sicuramente vorrei è poter diventare un’autrice di rilievo. Non parlo di notorietà, quella non mi interessa, ciò che desidero davvero è essere letta, ricevere un riscontro dal lettore, sapere se le mie storie hanno lasciato un segno. Vorrei poter vivere grazie a ciò che amo fare davvero, come credo tutti gli scrittori. Sappiamo però che è un percorso lungo e tortuoso e non sempre si riesce a raggiungere la vetta, l’importante è godersi il cammino!

Gli edifici nei sogni ci dicono spesso qualcosa della nostra personalità. Innanzitutto, cosa rappresentano per te gli alberghi e le scuole. Che sensazioni evocano?

La scuola per me significa solo una cosa: ANSIA! Ho vissuto l’intero periodo delle superiori in un perenne stato di tensione, sempre col naso sui libri e col l’incubo di compiti e interrogazioni (sì, ero una secchiona). Molto spesso infatti l’incubo scuola si infila anche nei miei sogni, facendomi rivivere le gioie come i compiti di matematica o gli esami di quinta. L’albergo è il luogo in cui lavoro, forse per questo compare spesso nei miei sogni, o forse perché è un luogo pieno di porte tutte uguali, nel quale è facile perdersi se non si sa dove andare!

E se la scuola e l’albergo dovessero dirci qualcosa della tua personalità? Trovi delle affinità con questi due ambienti?

Forse potrebbero indicare che non so ancora qual è la direzione è giusta da prendere in alcune situazioni, quindi il non trovare la camera o non riuscire a raggiungere l’aula potrebbero significare questo. Oltre al fatto che la scuola è perennemente oggetto dei miei incubi, sono passati più di dieci anni e ancora me la trascino dietro con tutti i suoi problemi.

Nel sogno c’è anche un ascensore che o si blocca oppure sale e sembra non volersi fermare. Che rapporto hai con i percorsi che procedono come non vorremmo? Bloccandosi o andando troppo veloci?

Non ho un ottimo rapporto con quei percorsi che non vanno come dovrebbero. In realtà sono una persona che va in panico molto facilmente e raramente credo nelle mie capacità di risolvere le cose. Spesso mi sento manchevole o non abbastanza, per fortuna poi, il supporto di chi mi sta intorno mi aiuta a frenare il panico e a darmi da fare. Ma devo ancora lavorare molto per arrivare a credere in me stessa, specie in determinati ambiti.

E con il controllo come ti rapporti? Sia quello che tu eserciti su te stessa, sia quello che altri esercitano su di te, sia quello che tu eserciti sugli altri.

Il controllo… In realtà sono una persona molto impulsiva, specie quando mi parte l’embolo e mi arrabbio, cerco però di contare fino a dieci e di ragionare, anche se a volte proprio mando a quel paese pure la mia voce razionale. Sugli altri non credo di esercitare controllo, tranne che su mio marito, forse! Di solito, quando cercano di controllare me, mi incavolo come una bestia.

Il tuo sogno trasmette un brivido di avventura. C’è spazio per l’avventura nella tua vita?

Avventura? Credo che nella vita di ognuno ci siano piccole avventure quotidiane, anche se non si possono paragonare a quelle che ogni tanto ci capita di vivere in sogno. Tuttavia, il superamento degli ostacoli che incontriamo sulla nostra strada secondo me può essere considerato un’avventura, perciò sì, nella mia vita c’è assolutamente spazio per l’avventura!

(ATTENZIONE, STIAMO PER SFIORARE I MASSIMI SISTEMI) La risposta che mi hai appena dato mi suggerisce una domanda o una riflessione. La realtà che viviamo è molto condizionata dalla nostra percezione degli eventi. Tu cosa ne pensi? Esiste qualcosa di oggettivo o è tutto relativo?

Non è facile rispondere a questa domanda. Io credo che non ci sia nulla di oggettivo al 100% perché qualunque visione delle cose è condizionata dal modo di pensare di chi le vede. Per quanto uno possa sforzarsi di essere oggettivo, ci sarà sempre quella parte di soggettività che gli fa percepire le cose in modo diverso da un’altra persona. Basti pensare a come persone diverse vivono le stesse situazioni in modo differente. Tutto dipende da chi siamo e da come pensiamo e reagiamo alle cose. Esempio assurdo: anche nella mente di un criminale le cose che fa assumono un senso, ciò non significa che queste siano giuste, ma ci fa capire quanto la realtà che viviamo dipenda dalle nostre percezioni.

Grazie Melissa!

Vi ricordo che è appena uscito il nuovo romanzo di Melissa, quarto e ultimo volume della saga I Figli di Danu.

Lo trovate cliccando sulla cover, approfittatene per scoprire tutti i romanzi di questa autrice.

Daisy Franchetto