DANIELE: Buongiorno e bentornati alle interviste semisceme del Lunedì. Quest’oggi avremo con noi un’artista d’eccezione. Colei che come Gandalf è sempre in orario perché arriva esattamente quando deve arrivare. Una funambola della matita, protettrice d’incaute copertine nonché casinara d’eccezione. Ho il piacere di presentarvi Livia De Simone!

DANIELE: Buongiorno Livia e benvenuta a questa intervista folle. Pronta a rispondere come durante la peggior sbronza mai avuta? Cominciamo dalle tue opere. Oltre alle varie copertine meravigliose che hai autografato, ti sei dedicata anche a due gioielli come Dei del Nord e Immaginarium. Come mai la scelta di questi due temi tanto particolari?

LIVIA: Ciao Daniele, prima di tutto grazie per questa intervista. Mi chiedi come sono arrivata a scegliere i temi per i due libri illustrati che ho pubblicato con la DZ, beh per il primo, che è Immaginarium, in realtà non c’era un vero e proprio tema inizialmente. E’ nato per caso tutto il progetto, più persone alle fiere mi chiedevano se avessi un libro che raccogliesse le mie illustrazioni e per questo ho deciso di realizzarne uno, ma volevo dare un tocco in più al libro, per non fare solo una raccolta di mie illustrazioni, così parlando con Francesca Pace è nata questa collaborazione che ci ha portato a creare Immaginarium. Unione delle mie illustrazioni e testi di Francesca. Per Dei del Nord invece tutto è partito dalla scelta di un argomento da trattare e la scelta è ricaduta sulla mitologia nordica che mi ha sempre affascinata molto e che non ho mai avuto modo di approfondire, questa è stata l’occasione giusta, soprattutto grazie alla collaborazione con lo scrittore Alessandro Fusco che è un cultore di questa mitologia.

D: Molto, molto interessante. A livello personale sono rimasto molto impressionato dal secondo. Perciò mi viene da chiederti? Preferisci la mitologia norrena tradizionale o quella dei fumetti? E c’è secondo te un punto di contatto anche visivo tra le due? I bicipiti di Chris Hemsworth non valgono come punto di contatto, anche se potrebbero prendere due pianeti e avvicinarli.

L: AHAHAH! Sui bicipiti di Hemsworth passo….il mio preferito è Tom Hiddleston, mi piace il fascino British! E ovviamente adoro il personaggio di Loki, altro che i super palestrati biondi. Ehm, tornando alla domanda principale… sono una grande fan dei film Marvel, li ho visti tutti, però quando ho avuto modo di approfondire la mitologia norrena per il libro, ho capito quanto film e fumetti si siano presi delle grosse libertà, distaccandosi molto dalla vera mitologia, che trovo oltretutto veramente bella e intrigante.

D: Assolutamente vero. Ho visto legami di parentela stravolti che manco a Beautiful. Tornando a te, con le copertine ti abbiamo vista spaziare dal mondo fantasy a quello romantico a quello horror a quello di narrativa. Insomma, ti abbiamo vista spaccare in qualsiasi salsa. Anche quella Teriyaki. C’è un argomento che ti stimola di più? Se sì, quale?

L: Sì, vero, ho provato argomenti di tutti i tipi, però quello che mi stimola di più resta sempre il fantasy, sia classico con draghi, elfi, maghi, sia urban con personaggi e ambientazioni più moderne.

D: Un’altra esperienza in cui ti abbiamo vista eccellere sono i Live Painting durante le fiere. La prima domanda in merito che mi viene da porti è: com’è dipingere davanti a tutti, mentre i passanti guardano l’evolversi del tuo lavoro? In cosa differisce dal tranquillo lavoro nel proprio studio?

L: E’ un’esperienza bellissima che ti lascia tantissimo. Hai modo di confrontarti con altri artisti e grandi maestri dell’illustrazione. E’ stato Venditti Antonello, amico e collega, a convincermi a fare la prima live painting. Io non me la sentivo, mi metteva troppa ansia disegnare davanti a tutte le persone che passano, e soprattutto per me erano anche passati tanti anni dall’ultima volta che avevo lavorato con gli acrilici. Poi pian piano mi sono rilassata, e ora è una delle cose che preferisco fare, anche se un po’ di pensiero ce l’ho ancora all’inizio.

D: Antonello è sempre un bell’esempio da avere accanto e per noi osservatori esterni vedervi lavorare in fiera è sempre un grande piacere. Giusto per restare attaccati al tema fiere come il cane ferrarese all’osso del cane bolognese, sappiamo tutti che è un ambiente in cui circolano un sacco di persone strambe. Tra autori, fumettisti, scrittori, disegnatori, cosplayers, ospiti, ci sono sempre persone assurde. Qual è l’episodio più strampalato cui sei incappata in fiera?

L: AHAHAH! La prima cosa che mi è venuta in mente leggendo la domanda è stata Candida Corsi, altra amica e collega con cui partecipo a svariate fiere. Con lei non ci annoia mai, qualcosa di strano succede sempre. Il bello è che fa tutto lei. Ci si potrebbe scrivere un libro con le vicende di Candida!

D: In effetti anche io ho qualche ricordo interessante sui suoi spostamenti per le fiere. Passiamo all’attualità. Ultimamente si critica tanto l’aspetto esteriore dei protagonisti di film e libri perché troppo stereotipati oppure perché latori di un messaggio negativo. Secondo te, credi che esista un canone estetico che rende una persona adatta a essere ritratta oppure ogni soggetto ha in sé una scintilla da cui è possibile creare un mondo?

L: Non penso ci siano soggetti più adatti di altri, ogni soggetto può essere interpretato per creare un opera che trasmetta qualcosa. Sta all’artista capire come fare e saper trasmettere le sensazioni che vuole attraverso il soggetto scelto.

D: A tal proposito sono in tanti a considerare l’estetica come l’anticamera dell’amore. In ambito artistico, credi siano più comuni opere che incarnano la bellezza scordandosi dell’amore o che incarnano l’amore scordandosi della bellezza?

L: A volte si tende più a ricercare la bellezza, o la perfezione, dimenticandosi del resto. Mi è capitato di vedere opere tecnicamente ben fatte, con soggetti che, sì incarnano la bellezza, ma che trasmettono poco. O al contrario, capita di vedere opere che hanno magari dei difetti tecnici ma che ti lasciano qualcosa dentro, perché riescono a trasmettere delle forti sensazioni, come l’amore. E’ l’anima di un’opera, le sensazioni che trasmette a chi la osserva, che sia amore, tristezza, allegria o altro, ed è un elemento molto importante in un’opera d’arte.

D: E il sesso? Che spazio c’è per il sesso in un’opera d’arte? Dove si pone il limite tra erotismo e pornografia? Esiste una cosa come l’eccesso o l’arte lo nobilita in provocazione?

L: Anche nell’arte a volte si può rischiare di andare troppo oltre. A me non piace sinceramente. Mettere un po’ di erotismo va anche bene, così come il nudo artistico, che trovo molto bello, ma non eccedere rischiando di arrivare alla pornografia.

D: Ora, dopo aver parlato di arte visiva, voglio portarti un attimo fuori dal solito. Hai collaborato alla realizzazione di molti libri. Sei una lettrice accanita oppure i romanzi sono solo dei fermaporte con una copertina spaziale? C’è un libro che ti è rimasto nel cuore?

L: Sì, mi piace molto leggere, anche se ahimè non riesco più a farlo come una volta. Ho letto una marea di libri. Ti racconto una cosa successa poco tempo fa. Ho da poco fatto un trasloco e alcune mie amiche mi hanno aiutata per fare sacche e scatoloni e poi per portarli via, la maggior parte erano pieni di libri. Mi hanno odiata per tutti i libri che gli ho fatto portare via da casa. Libri preferiti… mmm… ce ne sono tanti, sicuro i romanzi di Jane Austen, il Piacere di Dannunzio, Cecità di Samarago, alcuni libri di Coelho, il Signore degli Anelli, la saga di Drizzt, i libri di Jeaniene Frost… ne ho tanti tra i fantasy, che ho amato.

D: E ovviamente tutti i fantasy della Dark Zone voglio sperare. E non osare dire di no che sono armato. Ho un cane ferocissimo da lanciarti contro in caso. Scherzi a parte, parlaci un po’ di te. Al di là della tua abilità artistica, quali sono le tue più grandi passioni? Dai, facciamo un giochino da colloquio di lavoro. Dicci un pregio e un difetto di Livia. Mi raccomando, eh, sincera come durante un colloquio. Ora che ci penso, esiste davvero qualcuno che sia stato sincero a un colloquio?

L: Io non ho difetti, sono perfetta… AHAHAH! No scherzo, scherzo! Dunque, pregi non saprei, a detta di persone che mi conoscono, forse la disponibilità verso gli altri? Difetti… sono cocciuta, parecchio. AHAH! Sono stata sincera, eh! Per le passioni, a parte leggere, che però non riesco a fare molto ultimamente, mi piace vedere serie tv, e animazioni giapponesi. Il Giappone come il fantasy sono le mie passioni fin da quando ero adolescente.

D: In effetti ricordo un tuo lavoro di beneficienza dedicato all’aiuto di una casa di produzione giapponese. Meraviglioso. E nella vita di tutti i giorni, quanto influisce l’arte? Rimane confinata durante le ore di lavoro o vedi il mondo coi colori più sgargianti in qualsiasi momento della giornata?

L: L’arte c’è un po’ sempre, non riesco a recludere questo aspetto solo alle ore della giornata in cui lavoro, penso che per tutti gli artisti sia difficile farlo, è qualcosa che fa parte di tuo essere, di come vedi il mondo.

D: Totalmente d’accordo, anche se arriviamo da due ambiti differenti. Ultima domanda. Quella decisiva. Cubismo o Dadaismo?

L: Mmmm… rilancio con Impressionismo!

D: Grazie ancora a Livia per essere stata con noi e per le sue risposte incisive e anche un po’ molari. E’ sempre piacevole scoprire qualcosa in più sui nostri ospiti e vedere cosa hanno in serbo per noi. Nel frattempo, auguro a tutti voi lettori una bellissima settimana e, magari, di osservare le cose con l’occhio trasognato di un artista.
Un abbraccio.

Daniele