Buongiorno lettori.

Siamo giunti quindi al quarto appuntamento di Parole su tela dedicato all’amore.

I confronti scritti sino a ora sono stati per me immediati, in quanto, durante la lettura dei romanzi protagonisti, la visione del quadro a cui li avrei affiancati è stata subitanea, naturale, spontanea.

Nel caso dell’opera che andrò ad analizzare oggi invece, il meccanismo è stato più complesso, non perché il romanzo in questione non riuscisse a stimolare alcuna immaginazione, ma perché, al contrario, la versatilità incredibile dello scritto ha risvegliato in me ben più di un singolo ricordo.

Le immagini si sono susseguite a un ritmo serrato, una completamente diversa dall’altra per stile e suggestione.

Sceglierne quindi una sola che potesse raccontare a pieno il percorso non è stata cosa da poco, ma tra le opere pittoriche che si sono rincorse nel mio immaginario, una su tutte più di una volta ha bussato alla porta, presentandosi come rappresentazione iconografica perfetta per il confronto che ora andrò a farvi.

Il romanzo in questione è Le persone perfette di Debora Mayfair, una storia dove nulla è come appare e il mistero è il principe indiscusso di tutto il testo.

 

Debora lascia che sia la sua protagonista, Fleur, a raccontarci la sua storia. Una vita al limite, una personalità apparentemente fragile in cerca di scappatoie per rendere la sua esistenza più semplice, più sopportabile. Insicurezza, incapacità di fidarsi del prossimo e un amore insano, possessivo al quale lei si appoggia più per pigrizia che per reale coinvolgimento.

Fleur e Victor i due amanti protagonisti delle vicende, Adam l’elemento disturbante. Tutto fa sembrare che si tratti di un comunissimo triangolo amoroso, ma la realtà è ben diversa da quello che appare, molto spesso e in questo caso, nessuno è chi sembra essere.

Gli amanti di Magritte è l’opera che meglio riassume il senso di disagio e il forte senso di attesa che si trova tra le pagine del libro.

Il dipinto di Magritte mostra due amanti protesi l’una verso l’altro nell’atto di baciarsi.

Il bacio però è destinato a rimanere sospeso. I due non sono riconoscibili e un lenzuolo bianco avvolge le loro teste, impossibilitando il loro desiderio di unirsi. L’amore diventa dunque aspirazione, desiderio, tensione, ma non può esserci fusione. Nasce osservando l’opera un profondo struggimento emotivo, causato dal conflitto tra ciò che è visibile e ciò che rimane nascosto, tra l’apparenza e la realtà.

Magritte nasconde le caratteristiche personali, i tratti somatici, gli sguardi dei suoi amanti, impossibilitandone così la conoscenza reciproca. Allo stesso modo, Debora avvolge i suoi protagonisti con un lenzuolo metaforico, che ne nasconde la vera natura e lasciando un alone di mistero che non gli permette di conoscersi fino in fondo.

Realtà e apparenza, il binomio affascinante e letale che rappresenta il fulcro di entrambe le opere in analisi.

La realtà riflette l’essenza di un individuo nascosta dietro una patina superficiale che ne impedisce una reale conoscenza. Un incontro al buio, che sfrutta la cecità come strumento di avvicinamento, ma che poi non evolve in una reale forma di conoscenza dell’essenza umana, perché questa non verrà mai svelata.

Il lettore rimarrà immerso nel dubbio sino all’ultima pagina, cercando di intravedere la verità sotto quel bianco lenzuolo steso ad arte sulle vite di qualsiasi avvenimento e personaggio all’interno della storia, appassionato da una narrazione incalzante, amletica e coinvolgente.

Le persone perfette è romance con sfumature thriller che non lascia indifferente e che apre gli occhi sulla superficialità dell’apparenza.

 

Vi aspetto giovedì prossimo con un nuovo confronto.

Un abbraccio

Elena