Buongiorno e buon mercoledì di marzo a tutti.

Sono qui perché ho una nuova intervista da proporvi, ovvio.

Prendete una giornata a Gardaland, un gruppo di amiche, un misterioso furto, dei turchesi e un cavallo parlante che solo voi potete capire e avrete un quadro di questa intervista.

Ho parlato con la mia ospite di quel che perdiamo e cediamo, del senso di quel che ci accade, di ironia e del cogliere ciò che ad altri sfugge.

Signore e signori, a voi, Debora Mayfair!!!

Debora, raccontaci il tuo sogno.

Ero a Gardaland con delle compagne di liceo, ragazze che frequento tutt’ora. Mi ero accorta che mi avevano rubato il portafoglio: guardavo dentro lo zaino aperto, semivuoto, in mezzo a un mazzo di chiavi e un altro paio di cose sul fondo non c’erano altro che turchesi.

Dico alle amiche che dobbiamo indagare e scoprire chi mi ha rubato il portafoglio, perché mi servono i documenti.

Nel frattempo mi accorgo che c’è “un’amica” in più: un cavallo. Color champagne pezzato bianco, con la criniera bionda… lui è molto ironico e sbeffeggia lievemente i comportamenti delle mie amiche, sapendo che non possono sentirlo… io sono l’unica che lo sente e mi fa abbastanza ridere.

Poi ho una tazza di caffé di Starbucks in mano, lui vuole il mio caffé e io cerco di sfuggirgli scendendo da una scalinata, ma lui tranquillo mi segue e continua a ripetere che ne vuole un po’. Fine!

Il sogno si apre con una cosa che ti viene rubata e la scoperta di pietre preziose sul fondo di uno zaino. Quando ci portano via qualcosa, se sappiamo scavare in profondità, troviamo un tesoro?

Io credo che non possano portarci via nulla che sia indispensabile. Se se ne va, significa che siamo disposti a cederlo… anche se lo credevamo parte di noi. L’essere umano è mutevole e l’anima si adatta, sta a noi trasformare la mancanza in qualcosa. Leggendo la tua domanda mi son soffermata sul “pietre preziose”, perché ripensandoci io non le reputavo tali: le vedevo come “delle pietre, chissà che cosa ci fanno lì.” E se le avesse messe il ladro, in cambio del mio portafoglio?  Magari è un sintomo di equilibrio: si prende, si da, basta fare attenzione e valutare nel modo giusto ogni elemento.

Nel sogno ci sono un paio di elementi di divertimento. Nella tua vita coltivi questo aspetto?

Di sicuro era divertente sentir parlare il cavallo, perché era proprio un cavallo sagace, oltre che ironico. Più che la risata becera e maleducata preferisco queste finezze… e a Gardaland (che ho qui vicino) di solito ci vado con i bambini. Non vado mai sulle montagne russe o altro. Inoltre recentemente un’amica mi aveva fatto fare un test in cui ad alcuni elementi si associavano altre figure, e in questo test la mia rappresentazione di “un cavallo” equivaleva alla mia idea inconscia di compagno,  non so se mi ha influenzata o meno.

Indaghi mai la realtà?

Incessantemente. Per me ogni cosa, ogni parola, ogni gesto di chi (o cosa, valgono anche animali ed eventi atmosferici) ho davanti vale qualcosa e “significa” qualcosa, è tutto da interpretare. A volte questo bisogno è sfiancante, mentre altre mi rendo conto di irritarmi quando noto che qualcosa non mi torna… e infatti sono recentemente stata ripresa, una persona mi ha detto che a volte sembra che mi metta lì ad aspettare la falla per attaccare.

Se il cavallo fosse una parte di te, che parte sarebbe?

Non saprei… forse sarebbe la mia ironia. Oppure potrebbe rappresentare il fatto che a volte mi sembra ci sia un “lost in translation” tra quello che dico e quello che arriva a chi ho di fronte.

Nel sogno solo tu puoi sentite quel che dice il cavallo. Nella vita ti capita che ci siano situazioni che solo tu comprendi?

Sì, mi sembra a volte di essere l’unica a capire certe cose…

Questo aspetto come entra, se entra, nella scrittura?

Non saprei. Forse è per quello che mi trovo meglio a scrivere in prima persona, e perché spesso lascio spazio per raccontarsi anche agli antagonisti… mi piace credere che ognuno abbia “le proprie ragioni” per fare quello che fa, giusto o sbagliato che sia.

Sul finale abbiamo un cavallo un po’ insistente. L’insistenza è tenacia? Come ti collochi di fronte a questi due aspetti?

A volte apprezzo l’insistenza, altre mi infastidisce… diciamo che varia in base alle situazioni e che in linea di massima apprezzo chi combatte per ottenere ciò che vuole.

Il sogno, anche se bizzarro come tutti i sogni, ha una sua linearità e coerenza. Linearità e coerenza ti appartengono nella vita e nell’attività creativa?

Sì, molto, o almeno ci provo… infatti quando non la vedo negli altri mi innervosisco.

Grazie Debora per il tuo tempo!

L’appuntamento con voi è per il primo mercoledì di aprile!

Vi lascio con i romanzi  e i fumetti che ha sceneggiato Debora Mayfair!

Daisy Franchetto