Benvenuti e bentornati al nuovo angolo del lunedì dedicato a chiunque si sia giocato i pochi neuroni rimasti a Burraco: le Interviste Scemiserie. Oggi abbiamo il piacere di avere con noi il pittore del fantastico mondo di Daanan, il protettore delle identità segrete, il signore dei siti internet… sua maeeeestà Jooordan River. Un applauso. Anche due dai. Ma vanno bene pure tre se vi sentite generosi. E ora basta perdere tempo e andiamo a cominciare, che Jordan è bello caldo e io sto tutto un bollore.

Daniele: Ho avuto il piacere di leggere Daanan e sono molto curioso su cosa ti abbia spinto a scrivere una storia così affascinante. Soprattutto mi piacerebbe sapere qualcosa in più sui personaggi. Cosa hanno di speciale secondo te? E quanto è stato divertente muovere i fili del loro destino?

Jordan: I miei Personaggi di speciale hanno che sono… umani. Nel senso che sono equamente dotati, a mio parere, di punti di forza e di debolezze. Non sono buoni, non sono cattivi, perseguono i loro scopi, pertanto a seconda dei punti di vista, possono essere visti come buoni o cattivi. In ogni guerra, gli Eroi sono su entrambi i fronti. Ricordi Hero? Quanto alla storia e ai fili del destino… Temo che il mio intervento sia relativo, dato che dal giorno in cui decisi che Daanan era “completa” come ambientazione e diedi il “via”, quel mondo ha iniziato a vivere di vita propria. Ho spesso la sensazione, mentre scrivo, che io sia un trascrittore delle storie dei Personaggi e non l’inventore. Con estrema umiltà, ma condivido con Astinus di Palanthas questa sensazione…

D: Praticamente sei un misto tra un oracolo e uno storico di matrice divina. Facile vivere così. Ho visto che nel tuo mondo ci sono alcuni mostri particolari, ma come ogni vero uomo sai bene che a instillare il terrore in un eroe non è l’avventura bensì la vita quotidiana. Sono mostri come la Lavatruce, il Signore dei Fornelli e lo Spremimani a metterci davvero in difficoltà. Hai mai pensato di includerne qualcuno nella tua opera?

J: Già fatto. E più volte. Compresa una versione di me medesimo (che non spoilero). E c’è un sacco di gente che, a sua insaputa, è compresa nei miei romanzi. Nel bene e nel male… eheheh… Da qui la famosa citazione “Ricordati che sono uno scrittore… posso farti morire mille volte nei miei romanzi”.

D: A proposito di morte nei romanzi, ho notato la pessima abitudine degli autori famosi di uccidere tutti i miei personaggi preferiti. Su tu potessi scegliere un personaggio letterario da eliminare in modo molto cruento, chi sarebbe? E in che stanza? E con cosa? E perché proprio il Colonnello Mustard in libreria col candelabro?

J: La Sindrome del Cluedo… a dire il vero non ho nessun personaggio letterario che farei fuori nella miserrima maniera possibile. La morte deve esser coerente al personaggio e al suo vissuto nella storia. Quindi probabilmente il Colonnello Mustard doveva essere un bel feticista del bondage con la passione per luoghi bizzarri dove applicare il proprio vizio.

D: Quindi secondo te è stato ucciso con la corda nella camera dei segreti? Harry Potter approverebbe. Tornando a noi, è risaputo che tu abbia un’identità segreta e che dietro il fascino di Jordan River si celi un comune cittadino. Cosa fai quando non stai proteggendo Gotham City dal male?

J: Mi verrebbe da rispondere che proteggo il Male da me stesso, ma diventerebbe troppo criptica. Ecco, la parola “comune” mi piace. Perché il mio essere straordinariamente ordinario riflette molto di ciò che sono. Di cose ne faccio alcune, meno di una volta. Ma ora ci arrivo in fondo. Quindi, se devo menzionare qualcosa che faccio ora e mi piace, è realizzare siti per amici e colleghi artisti, con un piccolo progetto che si chiama WIDE. Mi sono appassionato a WordPress e negli ultimi anni sono diventato bravino. O almeno così pare.

D: Ottimo a sapersi. Così saprò chi importunare se mai avrò bisogno di un sito. Visto che hai nominato gli amici, parliamo un po’ di amicizia. Se tu potessi scegliere, chi preferiresti come compagno di bagordi tra: Dart Fener, Ratman e Marty McFly? E perchè?

J: Se dovessi scegliere tra i tre, Ratman senza pensarci un attimo. Così sarei l’unico Sith presente. E poi Ratman sa divertirsi, no? L’amicizia poi è un argomento così delicato… mi fa quasi paura parlarne in maniera poco seria. Più passa il tempo, più mi rendo conto quanto sia un bene prezioso e quanto vada coltivato.

D: Sono totalmente d’accordo. E trovo sia anche un grande argomento di attualità, vista la solitudine verso cui siamo spinti da questa pandemia. A tal proposito, spesso nei libri le malattie e i virus sono fonte di crescita e di evoluzione. Basta vedere il ruolo della Peste in Ken Follet o in Alessandro Manzoni. Secondo te, qual è l’epidemia di cui gli esseri umani hanno davvero bisogno? Il Covid? Un’apocalisse zombie? Una catena di sant’Antonio lanciata da un santone indù? Oppure anche solo un po’ di sana empatia? Che ne pensi?

J: L’ultima che hai scritto. Recentemente ne ho discusso con un’amica in un momento di difficoltà. Empatia, parola che però non basta. Cogliere lo stato d’animo altrui mettendosi nei suoi panni non basta. Occorre andare oltre e capire tutto ciò che soggiace a quello stato d’animo. L’ascolto diventa fondamentale. Sentire non basta, ascoltare richiede un atto conscio e una concentrazione profonda. Ecco, forse di questo ci sarebbe bisogno.

D: Credo che una cosa del genere sarebbe un grande atto d’amore. E di sacrificio. Ora, siccome questa conversazione sta prendendo una piega troppo seria, ti farei una domandona per alleggerire il tutto, tornando a bomba sui tuoi romanzi. Tra i tuoi protagonisti ci sono personaggi molto particolari di ogni razza, sesso e cultura. Quel è la storia d’amore improbabile che non scriverai mai, ma ti piacerebbe leggere? E quali personaggi tra i tuoi si darebbero al sesso selvaggio?

J: Si scatenerà un putiferio, già lo so. Comunque, di sicuro l’accoppiata più improbabile sarebbe un Lilith & Ryan. Per quanto protagonisti indiscussi, finirebbe a coltelli, veleno, maledizioni e magia nera della più becera, ahahahah! Per contro, sesso selvaggio diciamo che Ryan e l’Arpia a Kallispar… ma non spoileriamo. Mancano all’appello gli Oork, meglio descritti nei prossimi volumi, che tra tutti sarebbero quelli più selvaggi. Considerato il sesso inter-specie e il loro lato animalesco, potrebbero dare lezione a parecchi Umani.

D: Gli Oork che fanno rima con pork potrebbero darci tante soddisfazioni. E per non distrarci troppo con immagini hentai, torniamo a parlare di letteratura. Qual è l’autore di cui ti piacerebbe poter prendere in mano l’opera e deciderne tu il finale? E dove la porteresti?

J: Che domanda difficile. Ho un rispetto quasi sacrale per le opere altrui, persino quando scrivo le mie fan-fiction a titolo personale e dare vita alle mie fantasie, chiedo il permesso. Ecco, piuttosto mi piacerebbe fare qualcosa con la piena coscienza dell’Autore in questione. Se posso citarne due… Mi piacerebbe scrivere qualcosa nell’ambientazione di Lorenzo Basilico (Ex Tenebris Saga) e quella meravigliosa creata da Rob Himmel con le sue Lame Scarlatte.

D: Davvero ottime entrambe. Hai anche citato una tua sconosciuta passione per le fan-fiction e questo mi spinge a indagare nel torbido. C’è qualche tua passione segreta o malvagia che vuoi condividere coi lettori? Correre nudo di notte? Rubare le caramelle ai bambini? Nascondere le dentiere agli scrittori più anziani?

J: Intendi escludendo la partecipazione alle interviste di Daniele Viaroli? Orbene, una delle mie passioni segrete più torbide è riuscire a promuovere la piccola e media editoria italiana. Non riesco a farlo quanto e come vorrei, ma questa è sì una passione nascosta. Dopo aver scoperto questo meraviglioso mondo fatto di sefl e CE coraggiose, di book-blogger e video-streamer, di professionisti come editor, illustratori, correttori di bozze… ma come si fa a resistere a un simile richiamo? L’altra torbida passione è incoraggiare, senza un ma, senza un perché, ma solo perché va fatto con chi ne ha bisogno, solo quando ne ha bisogno. Perché c’è gente che ha enormi potenzialità e il mondo la schiaccia. E invece no, cazzo. Siete bravi, siete forti, voi valete e il mondo deve non solo saperlo, ma anche riconoscerlo!

D: Perché noi valiamo, disse il saggio coi lunghi capelli. Grazie per esserti confidato con noi e averci donato parte del tuo cuore. Purtroppo, siamo in dirittura d’arrivo e ci tocca porti un quesito d’importanza vitale. Se tu potessi avere un superpotere quale sarebbe? E quale utilizzo ne faresti nella vita di tutti i giorni?

J: Il superpotere che vorrei è non avere superpoteri, ma intelligenza, discernimento, abilità personale utili a realizzare tutto ciò che voglio per me e i miei cari. I superpoteri li lascio a chi li vuole davvero. Io resto per la straordinaria ordinarietà e per essere meravigliosamente umani. Già così è una sfida importante e impegnativa.

D: E con questa risposta ci avviamo alla conclusione. Un ultimo dubbio d’importanza trascendentale. I calzini… meglio spaiati o bucati?

J: Spaiati tutta la vita. Non ho nulla contro i bucati, ma trovo che il calzino spaiato, da tutti spacciato come simbolo di disordine, invece sia un atto di ribellione contro l’ordine costituito. Piccole cose.

D: Ti ringraziamo per aver partecipato a questa tortur… intervista e ti rinnoviamo l’in bocca all’arpia di Kallispar per tutti i tuoi prossimi progetti. Con voi lettori, invece, ci troveremo settimana prossima con un altro, grande, immenso, trascendentale autore della Dark Zone. Un abbraccio a tutti. Di quelli forti e post-pandemici.

Daniele Viaroli