L’autrice che ospiterò oggi è Daniela Ruggero, il suo romanzo: Nectunia

Il suo immaginario distopico, bussa alle nostre finestre in questo periodo storico cosi complesso e delicato.

“In un futuro non molto lontano il mondo così come lo conosciamo non esisterà più.”

Una frase che appare profetica, che mette i brividi, ma che ci regala anche una speranza… perchè è vero, il mondo come lo conosciamo, non esisterà più, ma con tutta probabilità sarà migliore!

Siamo nati liberi….

Benvenuta Daniela! Iniziamo con la domanda di rito: Quale bevanda associ al tuo romanzo e perché? 

Un vino bianco fermo, da gustare davanti a un camino scoppiettante 

Da dove prendi ispirazione per i tuoi scritti?

Ovunque. Dalla musica, da una notizia, da un ballo, da una parola. In questo caso ho voluto mettere su carta il mio amore per Madre Terra. 

Sei una scrittrice metodica o impulsiva? 

Impulsiva! Scrivo di pancia e faccio tantissimo pasticci e cambi di trama. 

Ci sono nuovi progetti per il futuro?

 Certo, moltissimi. Sto editando Nexium il seguito di Nectunia e ho in mente il prequel… 

Scegli una colonna sonora per il tuo romanzo. 

Vi lascio un estratto e il mio parere al romanzo.

Estratto

Anno 2500, la popolazione mondiale affronta la sua Era più buia.La quotidianità è scandita da efferati omicidi.Le lotte per impadronirsi delle ultime scorte di energia sfociano nella guerriglia urbana. Le sommosse sono sedate dalle forze dell’ordine con violenza, generando nuove rivolte. L’alternarsi delle maree nere ha soffocato la fauna marina e le specie commestibili si sono estinte quasi tutte. La terra si è impoverita.L’avanzare dei deserti ha ridotto lo spazio per le coltivazioni e il pascolo degli animali ormai lasciati a morire di fame e sete. L’inquinamento dell’aria ha raggiunto livelli preoccupanti, tanto che gli esseri umani sono costretti a indossare speciali mascherine dotate di un filtro in carbonio per depurare l’aria intossicata dalle particelle di piombo.La scarsità di cibo ha costretto i governi a frazionare le derrate alimentari e ridurre la dose di acqua pro capite per consentire alla popolazione di sopravvivere.I poveri vivono negli angoli delle strade di città fantasma, ridotte a fatiscenti ricordi del loro splendore. Polvere, calcinacci e immondizia hanno sostituito la bellezza architettonica di palazzi d’epoca, che ora si sono tramutati in eleganti ghetti per rinnegati, gli stessi che attendono la notte per dare vita a saccheggi e violenza per la sopravvivenza.I cittadini si vedono costretti a rinchiudersi nelle loro case prima del coprifuoco che segna l’ingresso dei militari nelle strade per arginare il fiume di follia che la fame ha generato.Violenza contro violenza. Il caos germoglia.Una frazione di ribelli conosciuta, come Nectunia, è accusata degli attacchi alle autorità, che diventano ogni giorno più feroci.I magazzini che custodiscono il cibo sono stati dati alle fiamme e i serbatoi di acqua potabile sono stati svuotati costringendo a serrare la morsa sul frazionamento.Mentre la rabbia si trasforma in rivolta degenerando in morte, un virus potenziato e geneticamente modificato è disperso nelle falde acquifere. Dopo settantadue ore il sessanta per cento della popolazione è infetta: gli esiti sono fatali.Una febbre emorragica precede lo sfaldamento degli organi interni causando una morte atroce. Gli ospedali sono impreparati ad affrontare l’emergenza così come i governi.Una falange addestrata dell’Esercito Europeo prende il controllo degli eventi. Si decide di agire con forza e determinazione per arginare il diffondersi della malattia. I continenti sono suddivisi in enormi bacini che contengono rispettivamente gli infetti, gli esposti e i potenziali.L’Europa è scelta come centro di accoglienza per coloro che, dopo la quarantena, non svilupperanno la malattia.Sei mesi dopo la Grande Epidemia, cinque testate nucleari radono al suolo ogni terra emersa lasciando indenne solo l’Europa, che sarà definita «Arca».La storia che vi racconto si svolge centocinquant’anni dopo i fatti appena descritti.

Il parere di Elena

Il Grande Fratello di George Orwell assume la forma di una Madre dall’aspetto benevolo e dal cuore spietato in questo romanzo, che si struttura su una trama studiata fin nel più piccolo dettaglio.
Lo stile di scrittura fluido e il ritmo incalzante ci accompagnano in un crescendo carico di adrenalina e colpi di scena fino a un finale sorprendente.

“Siamo nati liberi e moriremo liberi”

Non un semplice motto, questa citazione è il cuore pulsante del romanzo, che spingerà il lettore a ritrovare la speranza di un futuro migliore, libero e sorridente!

A me non resta che salutarvi e invitarvi al prossimo appuntamento.

Un abbraccio

Elena