Odo provenire da lontano voci dal profumo antico: narrano le gesta di una donna che ha scelto di esser libera, raccontano del suo coraggio, delle sue avventure e di un mondo incantato e magico in cui tutto è possibile.

Il romanzo è Carhas Ithil. La città sul mare, la penna che narra le gesta di Valiah è quella di Annalisa Ghilarducci e oggi, ho il piacere di averla come ospite.

Ciao Annalisa, benvenuta! Iniziamo con la domanda di rito: Quale bevanda associ al tuo romanzo e perché?

Ciao a tutti! Direi del buon Vin brulé. Il vino speziato è la bevanda che accompagna gli abitanti di Carhas Ithil nel corso dell’intera avventura, un vino aromatizzato che viene bevuto caldo e rinfranca corpo e spirito, proprio come il vin brulé.

Da dove prendi ispirazione per i tuoi scritti?

Dal mondo che mi circonda, soprattutto dalla natura: il mare, i boschi, le montagne, i fiumi… sono per me fonte inesauribile di suggestioni e idee. Poi c’è l’interazione tra gli esseri viventi e la natura stessa, con i sui lati belli e i suoi troppi lati oscuri.

Sei una scrittrice metodica o impulsiva?

Un po’ l’uno un po’ l’altro. Quando metto giù una nuova idea, procedo in modo impulsivo, ovvero: mi viene in mente, scrivo senza badare a che cosa. In seguito, quando il caos comincia a consolidarsi in una forma sensata, divento metodica.

Ci sono nuovi progetti per il futuro?

Oltre ai prossimi due volumi della saga “Carhas Ithil”, ho in cantiere un romanzo ambientato nell’antico Egitto; un progetto su Ercolano, tra passato e presente e una raccolta di racconti ispirati all’area archeologica di Massaciuccoli, entroterra versiliese, ai tempi dell’Antica Roma.

Scegli una colonna sonora per il tuo romanzo.

Le musiche epiche di “Two steps from hell”  calzano a pennello (con modestia parlando).

Ringrazio Annalisa per il tempo dedicatomi e vi lascio un breve estratto del suo romanzo e il mio parere ad esso.

Estratto

« Presto o ci troveranno » insisté Valiah, trascinandosi in piedi. Una violenta folata di vento la colpì in piena faccia, strappandole il cappuccio dalla testa, mentre un suono acuto e stridente, quale lei non aveva mai udito prima, lacerò l’aria.

Sorpresa e spaventata, alzò il viso a guardare il cielo e vide un uccello bianco volteggiare sopra di lei. Aveva ali lunghe, eleganti e sottili, e si lasciava trasportare dalle correnti.

« Un gabbiano » mormorò piena di meraviglia, riconoscendo nelle forme dell’uccello la descrizione che tante volte le aveva fatto Eleaor di quelle creature marine.

Gettato un nuovo grido, il gabbiano si lanciò in picchiata e Valiah seguì con gli occhi il suo volo.

Fu così che vide il mare per la prima volta nella sua vita, e lo stupore le fece dimenticare la paura : un’infinita distesa d’acqua grigio-azzurra, scintillante come metallo nella luce dell’alba, si stendeva davanti a lei fino alla linea lontana dell’orizzonte. Quasi fosse mossa da un immenso respiro, la massa d’acqua si alzava e si abbassava in lunghe gobbe crestate di schiuma bianca, che andavano a infrangersi contro la costa con un sordo rombo di tuono.

Il parere di Elena

Carhas Ithil. La città sul mare è un romanzo fantasy che strizza l’occhio ai classici di genere. Uno scritto dal sapore antico e rassicurante ma, nel contempo una storia originale,capace di stravolgere i cliché e gli schemi. Un romanzo che affronta tematiche importanti e attuali, che parla di coraggio e determinazione, con una protagonista femminile che ha tanto da raccontare e da dare ai suoi lettori.

Vi aspetto al prossimo appuntamento.

Un abbraccio.

Elena