La paura non si sconfigge una volta sola. La paura non si sconfigge.”

La paura: un’emozione forte, in grado di provocare reazioni spesso incomprensibili, un’emozione capace di scatenare in ognuno di noi istinti primordiali sopiti facendo emergere molto spesso, il lato oscuro, pericoloso, di ognuno di noi. Dalla paura si può fuggire o la si può affrontare a testa alta, tentando di eliminarla per sempre, ma la paura è subdola e anche quando pensiamo di averla sconfitta, lei in realtà, si è solo nascosta, pronta a riemergere nel nostro imperfetto momento di vulnerabilità. La paura è dentro ognuno di noi e cresce indisturbata, nutrita dai nostri incubi.

Daisy Franchetto nel suo romanzo “JEROME LA CRUS” affronta la paura, analizzandola e cercando di carpirne i segreti più profondi al fine di renderla un po meno invincibile e io ho avuto il piacere, di sedermi al tavolino con lei per parlare del suo libro.

Ciao Daisy, benvenuta! Inanzi tutto dimmi: qual è la bevanda perfetta da sorseggiare mentre si parla del tuo romanzo o lo si legge?

Ciao Elena. Direi sicuramente il Venenon.

Il Venenon è una sostanza lisergica, estratta dal fiore di Malbona, una pianta originaria del Mondo Ctonio ma diffusa anche in altre Dimensioni.In particolare, il Venenon è utilizzato per offuscare la mente. Può essere utilizzato anche come bevanda, ha un sapore gradevole e dolce. Lo consigliamo con un estratto di ciliegia che ne esalta il sapore e dona una colorazione rossastra.Ovviamente, non mettetevi alla guida dopo averlo bevuto e fatene un consumo responsabile!
Il Venenon è una sostanza lisergica, estratta dal fiore di Malbona, una pianta originaria del Mondo Ctonio ma diffusa anche in altre Dimensioni.In particolare, il Venenon è utilizzato per offuscare la mente. Può essere utilizzato anche come bevanda, ha un sapore gradevole e dolce. Lo consigliamo con un estratto di ciliegia che ne esalta il sapore e dona una colorazione rossastra.Ovviamente, non mettetevi alla guida dopo averlo bevuto e fatene un consumo responsabile!

Quando è nata in te la necessità di scrivere?

Scrivere è sempre stata una via preferenziale per comunicare, per me, ma è stato dieci anni fa, quando qualcosa di davvero penoso si è riversato nella mia vita che è diventata una necessità, quasi vitale direi. Allora ho cominciato ad utilizzarla per far uscire quel che altrimenti non avrebbe avuto possibilità di esprimersi e per trasformare quel che non poteva restare fermo.

Da dove prendi ispirazione per i tuoi scritti?

Principalmente dalla mia vita, da quello che ho vissuto e conosciuto, da quello che leggo e studio. Poi a volte lo spunto nasce anche da cose banali: una frase ascoltata, l’espressione di una persona, luoghi che visito e i sogni che accompagnano le mie notti.

Sei uno scrittore/scrittrice metodico o impulsivo?

Non potendo scrivere quando desidero, sono diventata una scrittrice metodica, cerco di ricavarmi gli spazi per creare e di convogliare lì le energie. Le idee invece le appunto appena spuntano, su foglietti volanti, su quaderni e sulle mani.

Quando hai capito qual era il genere giusto da scrivere, per te?

Sapessi rispondere! Quel che ho capito è che mi devo rassegnare a essere senza patria. Tutto quello che scrivo ha una forte componente imaginifica e fantastica, ma i cultori del fantasy (che pur è un genere variegato) faticano a trovare gli elementi che abitualmente si ritrovano in questo genere. E quindi quello che scrivo è un ibrido, una contaminazione di generi, un mix lisergico.

Se dovessi scegliere una colonna sonora per Jerome La Crus, quale sarebbe?

Mentre scrivevo Jerome La Crus, ho ascoltato molto i Muse, in particolare Absolution, quindi credo che quella potrebbe essere una buona colonna sonora.

Grazie Daisy per la disponibilità e per il tempo che ci hai concesso.

A voi un breve estratto tratto dal romanzo e il mio commento ad esso.

Estratto

« Devo vedere » aveva detto con una voce dura che l’amico non gli aveva mai sentito.

E l’aveva lasciato fare, perché lo conosceva da tanto tempo e vedere era sempre stato più importante di qualsiasi cosa per Jerome.

Non era uno forte, non era coraggioso. Sua sorella Luz era forte e coraggiosa, non lui. Lui era quello che si stancava subito durante l’ora di ginnastica e che soffriva di improvvisi mal di testa. Quello fuori dagli schemi che in pochi riuscivano o volevano avvicinare.

Doug non avrebbe saputo dire con esattezza che cosa scattasse in quei momenti, ma Jerome vedeva davvero lì dove altri non potevano. Scrutava le situazioni, intuiva le macchinazioni, scopriva i segreti. Anche mentre scattava quelle foto ai tizi del capannone sembrava cercare un modo per entrare nella situazione, per carpirne il segreto che si celava.

Non sempre però era così arguto, in certi casi si era rivelato ingenuo in maniera esasperante e, in altri, si era cacciato nei guai.

Come in quel momento, mentre stava aiutandolo a togliere la maglia e non si rendeva conto della gravità della situazione in cui si erano cacciati.

Il parere di Elena

Sedetevi comodi e preparatevi ad intraprendere un viaggio dentro la vostra mente, preparatevi a conoscere i segreti che celate a voi stessi e ad affrontare le vostre più recondite paure. Daisy Franchetto, con la sua penna delicata e discreta vi accompagnerà tenendovi dolcemente la mano in percorso di introspezione complesso e spesso doloroso, ma necessario. In un mondo di magia, segreti e universi paralleli, ove tutto è diverso da ciò che appare, una leggera nebbia vi avvolgerà trasportandovi in un sogno effimero eppur disperatamente reale.

A me non resta che ringraziarvi e salutarvi. Vi aspetto al prossimo appuntamento!

Un abbraccio

Elena