Le fiere sono una delle cose più belle nel mondo dei libri. Emozioni, opportunità, nuovi lettori.

Ultimamente noi della Dark Zone siamo stati al Salone della Cultura, volete sapere cosa ne abbiamo pensato?

Ecco la prima parte di impressioni su questo evento. Tre vittime sacrificali che mi hanno raccontato le impressioni e le emozioni di questa fiera.

Francesca Pace

Allora, una fiera strana, da capire. Un evento che mi ha dato la possibilità di incontrare e conoscere di persona molti nuovi autori dark e questa è stata un emozione che si è rinnovata ad ogni incontro. Ho visto i miei oscuri metterci la faccia con coraggio perché la bandiera andava tenuta alta… ho visto una squadra unita e tutti abbiamo riso tanto fino a sentire dolere la faccia. Una piazza tiepida che abbiamo scaldato noi, come sempre, tra risate e piccole confessioni, perché essere darkettoni non è solo la firma su un contratto!

Daisy Franchetto
Ti alzi presto anche se è sabato, ti maledici per questo, ma ti senti motivato, perché tra poco potrai rivederli.
Prendi la macchina, poi l’autobus e infine ti ficchi dentro a un treno che ti porta a Milano.
Una volta lì, cerchi la metro che non ti è ancora capitato di prendere.
“Ma dove cavolo sta il Salone della Cultura?”
Te lo chiedi davanti al tabellone che traccia la mappa della metropolitana, che avrebbero potuto scriverlo in aramaico e ci avresti capito di più.
Insieme a te, solo due turisti giapponesi che studiano lo stesso geroglifico e sembrano capirlo. Sei tentata di chiedere a loro indicazioni, ma l’orgoglio ha la meglio.
Decidi che la linea 2 sarà la tua strada per la vita e vai.
Magicamente azzecchi la fermata giusta e scendi. Consulti il navigatore che è indeciso quanto te e inforchi la prima via che ti sembra possa avere un senso e… Salone della Cultura!
Lo dice una scritta luminosa su un palazzo, ci vogliamo fidare?
Chiami Daniel per avvertirlo che ce l’hai fatta e dopo pochi minuti li vedi.
I Cavalieri dell’Apocalisse?
No, gli amici della Dark Zone!
Francesca, Daniel, Stefano e Alessio per cominciare. E, come sempre, è festa grande.
Abbracci, baci, tanti sorrisi.
Sono quello che ti serve per iniziare, per entrare e proporti alle persone con lo spirito giusto.
L’area dove sono disposti gli stand delle case editrici che propongono edizioni nuove è uno spazio ampio e luminoso. Gli stand sono tutti uguali, sono i libri a fare la differenza.
E che dire? L’esperienza è sempre bella perché è un’occasione per incontrare le persone, gli amici autori che vengono a trovarti, scambiare idee con il gruppo Dark e crescere insieme. Impastarsi.
C’è anche lo spazio per le cose che non vanno come dovrebbero: la presentazione che hai preparato e che non è stata messa in scaletta, lo spazio recuperato all’ultimo, niente microfoni.
Ma puoi contare sulla forza della squadra e si può ridere anche di questo, facendone tesoro per il futuro.
Saluti il Salone e gli amici, devi andare ma non ne hai voglia. È sempre, sempre così.
Ti rimane quel buchino che è la spinta a rivedersi ancora, a cercare le occasioni.

Daniel di Benedetto 
Mah, è stata un’esperienza. Il posto (ci hanno detto) fosse un polo alla moda. Facevano la Fiera del libro usato fino all’anno scorso. Quest’anno hanno aperto agli editori e gli spazi erano piccolini ma più o meno tutti uguali. Democratici 😉
La gente sembrava essere quasi impaurita ogni volta che si avvicinava al nostro stand. Il nostro non è un modo di vendere “aggressivo”, ma cavoli, almeno rispondere a un saluto senza avere il terrore dipinto negli occhi tipo “Oddio ora sarò costretto a comprare qualcosa da questo rompiballe che osa salutarmi”.
Qualcuno però è stato attratto dalle nostre copertine e qualche nuovo lettore si è convinto…
Inoltre, è stato personalmente bello incontrare per la prima volta autori nuovi, che a breve usciranno con il loro primo libro targato DZ… il loro entusiasmo è contagioso.
Oltre a condividere l’esperienza con Francesca, Stefano e Alessio… (e ritrovarsi con loro due a dividere un letto matrimoniale…).
È una magia che si rinnova ogni volta.

 

Non è finita qui 😉

-Marika Vangone