In questo periodo tanto difficile, ognuno di noi è costretto a fare i conti con se stesso e a pensare a quante occasioni si sono perse nella vita per colpa di quella sensazione di non essere mai abbastanza, della mancanza di coraggio che serve per cogliere al volo quell’attimo, quell’occasione che ci permetterebbe di essere felici….. per i sensi di colpa….

Daniel Di Benedetto è il mio ospite di oggi e ci parlerà del suo romanzo “Il senso della colpa” spronandoci a non perdere mai il sorriso e a vivere, senza rimpianti.

Ciao Daniel, benvenuto! Iniziamo con la domanda di rito: Quale bevanda associ al tuo romanzo e perché?

I miei romanzi spero siano un sorso d’acqua fresca, leggeri e puri. Al tempo stesso spero che Il Senso Della Colpa possa solleticare il gusto dei lettori, con il giusto mix di dolcezza ed effervescenza… da buon salutista totalmente astemio, potrei pensare a un cocktail analcolico alla frutta.

Da dove prendi ispirazione per i tuoi scritti?

Da pensieri che si formano all’improvviso e a volte bussano per uscire. Il Senso Della Colpa nasce da un vecchio racconto a puntate scritto sul blog “L’angelo a metà” che ho mantenuto in vita per una quindicina di anni. Era una mini storia in otto capitoli brevi. Lasciata lì, così com’era, per anni. Finita. Anche se qualcosa dentro di me ogni tanto spingeva per dare respiro a quella storia che mi piaceva così tanto. Così, un giorno camminando al ritorno dalla stazione verso casa dopo una giornata di lavoro, ho pensato di riprendere in mano la storia di Anna e Giuseppe, stravolgendola. Dando respiro alla storia, aggiungendo personaggi, intreccio. Cambiando il finale. Ora sono soddisfatto in pieno.

Sei uno scrittore metodico o impulsivo?

Ho imparato a essere più metodico, ma se le parole non escono come dico io, torno a essere impulsivo e spesso butto tutto, tornando al punto di partenza. Ahimé da molti mesi sono in una sorta di “blocco”, che mi impedisce di portare avanti nuove storie, nuovi personaggi. Essendo tremendamente ipercritico, questo stop prolungato mi ha reso ancora più insoddisfatto di quello che scrivo. E tutto ciò non aiuta… ma so che passerà!

Ci sono nuovi progetti per il futuro?

La raccolta di racconti in uscita nel 2020. Il titolo (ancora provvisorio) è “Libertà di Scelta”. Saranno tredici racconti abbastanza eterogenei, scritti in momenti diversi e con temi differenti. Sono impaziente di farveli leggere, è una sorta di rinascita dopo mesi di buio totale in cui ho deciso di riprendere in mano la mia vita, in primis per me stesso, proprio per poter ricominciare a sorridere sempre, come amo dire al termine di ogni mio libro.

Scegli una colonna sonora per il tuo romanzo.

Non c’è una vera e propria colonna sonora, ma una canzone che ricorre nel testo e che a me piace molto. Si tratta di “I’m Your Angel”, di R. Kelly e Celine Dion. Nel libro, a un certo punto Giuseppe e Anna ascoltano questa canzone in auto, scherzando e sorridendo complici. Ecco, a me piace pensare ad Anna e Giuseppe come due complici, in continuo equilibrio tra protezione amichevole e amore…

Ringrazio Daniel per la disponibilità e vi lascio, come di consueto con un breve estratto del romanzo e il mio parere a quest’ultimo.

Estratto

Mi sorprendo nel ricordare alla perfezione tutte le parole di questo vecchio brano. I ricordi mi hanno portato su una strada impervia e pericolosa. Non mi aspettavo nemmeno di arrivare fino a questo punto.

And when all hope is gone,

I’m here

No matter how far you are,

I’m near

It makes no difference who you are

I’m your Angel…

In genere canto molto di rado e, sorprendermi a intonare sotto la doccia questa canzone rhythm&blues della seconda metà degli Anni Novanta, mi lascia interdetto come poche altre volte. Quella canzone è la preferita di Anna. Anzi, era la sua canzone del cuore. L’aveva sentita una sera in auto con me, mentre la riaccompagnavo a casa da chissà quale festa. Ovviamente, lei aveva preteso e ottenuto che la portassi e la andassi a riprendere.

Un paggetto ai suoi comodi, questo ero alle volte per lei. Ma era un gioco al quale entrambi in qualche modo ci prestavamo volentieri, ci faceva stare bene, anche se non lo ammettevamo nemmeno a noi stessi. Devo ancora abituarmi a gestire i pensieri in funzione dei verbi al passato, se si tratta di lei. E in tutta sincerità, non sono sicuro ce la potrò mai fare. Il sorriso che il getto dell’acqua calda mi aveva provocato si spegne insieme al miscelatore. Esco dalla doccia e sento freddo. Dentro. Mi avvolgo nell’accappatoio cercando un calore che sento lontano anni luce.

 «Questa canzone è una meraviglia, Peppe. Dove l’hai scovata?»

«Anna, ricorda sempre che sono più grande di te. E non di poco.»

«Gnè gnè gnè. Mo’ viene fuori che sei pure vecchio. Che roba triste…»

«Ehi, signorina! Insomma! Un po’ di rispetto, che diamine!»

«Ahahah, ma dai, scemo! Sto scherzando, mica te la sarai presa sul serio.»

Con un solo sguardo sapeva spogliarmi di tutte le difese, anche quelle più recondite che faticavo a conoscere io stesso. Era più forte di me.

Il parere di Elena

La carezza, tipica dello stile di questo autore, questa volta è data da una mano ruvida e graffiante.

La sua è una storia raccontata a più voci, in cui, flashback e ricordi vengono gestiti in modo impeccabile trasportandoci all’interno di essa, per  conoscere anche  i dettagli  più intimi degli avvenimenti e dei sentimenti dei personaggi che si avvicendano durante la lettura.

Un gioiello raro, che tocca l’anima e costringe a fare i conti con i fantasmi dei rimpianti insegnandoci che il tempo scorre veloce ed è tiranno e l’unica arma che abbiamo contro di esso è il nostro sorriso.

A me non resta che salutarvi e darvi appuntamento a lunedi prossimo.

Un abbraccio

Elena