La penombra di una luce tremolante, il fastidioso ronzio del silenzio, interrotto solo, dal costante ticchettio del cuore che ritma, come un orologio crudele, il tempo che divide la vita dalla morte.

Vita e morte: facce della stessa medaglia, contrapposte eppure per esistere indispensabili l’una per l’altra.

Questa duplicità,queste contrapposizioni forti sono il fulcro di un romanzo potente, firmato dal mio ospite di oggi: sto parlando di “Oltre la barriera” e l’autore è Filippo Mammoli.

Ciao Filippo, benvenuto. Partiamo con la domanda di rito:Quale bevanda associ al tuo romanzo e perchè?

Ciao a tutti!

Si tratta di una bevanda inusuale e che di solito si prende come digestivo a fine pasto anziché come aperitivo. Ma secondo me, servito freddo e con una fettina di limone si può bere a qualsiasi ora. Si tratta del nocino, liquore tipico dell’appennino tosco emiliano. La tradizione vuole che si debbano prendere le noci ancora verdi nel giorno di San Giovanni, il 24 giugno. Se ne raccolgono una quarantina, si tagliano in quattro parti e si mettono in una bottiglia di vetro insieme a un litro di alcol, un chilo di zucchero, cinque chiodi di garofano e un pezzettino di cannella e si lascia il tutto al sole per due mesi. A fine agosto si aggiunge un bicchiere d’acqua e una scorza di limone. Si filtra e si imbottiglia per lasciar riposare almeno fino a novembre. Si ottiene un liquore forte e genuino, proprio come Lorenzo Rossi.

Da dove prendi ispirazione per i tuoi scritti?

Da quello che leggo, da quello che vedo, da quello che sento e mi viene riportato. Il tutto viene poi filtrato dalla lente distorcente della mia mente deviata e può diventare uno spunto buono per i miei romanzi o racconti.

Sei uno scrittore/scrittrice metodico o impulsivo?

Nessuno dei due o forse un po’ tutti e due. Quando scrivo un romanzo cerco di dedicare del tempo ogni settimana, specie nel week end, per portare avanti storia e personaggi. Se scrivo racconti, l’impulsività prende il sopravvento ed è bellissimo assecondare lo spunto creativo che può derivare dalle situazioni più inaspettate.

Ci sono nuovi progetti per il futuro?

Il primo è l’uscita di una raccolta di racconti per il prossimo Salone del libro di Torino con la Dark Zone. Ho un romanzo iniziato, ma in questo momento mi sto divertendo moltissimo collaborando con un’amica davvero speciale. Una sintonia artistica rara da trovare che mi fa scrivere racconti prendendo spunto dai suoi bellissimi disegni. Succede anche che lei raffiguri dei personaggi presi dai miei scritti. Una volta finito vedremo che farne.

Se dovessi scegliere una canzone come colonna sonora per “Oltre la barriera”, quale sarebbe?

Un romanzo forte, angosciante e che tuttavia è un inno laico alla vita deve avere come colonna sonora una canzone dei Radiohead, citati anche da Lorenzo, il protagonista. Direi che la canzone di apertura del magnifico Ok Computer, cioè Airbag, sia adattissima anche per il finale.

Ringraziando Filippo per il tempo che ci ha concesso e vi lascio con un breve estratto del suo romanzo e il mio parere ad esso.

Estratto

Conoscere la scadenza, o anche semplicemente sapere che la fine è vicina, ti impedisce di pensare al futuro, te lo fa a pezzi riducendolo a una poltiglia priva di ogni interesse.

Perché anche nella vita in un carcere, perfino dentro a una condanna all’ergastolo, per quanto possa risultare incomprensibile, si può riuscire a trovare un minimo interesse e perfino una speranza.

Ma nel braccio della morte tutto questo è impensabile. La prima cosa che viene uccisa qui dentro è la prospettiva di un futuro qualsiasi. E l’uomo senza prospettiva si riduce a un animale, si abbrutisce e si appiattisce sui suoi istinti peggiori.

Durante questi giorni di permanenza nel penitenziario, nel tragitto esterno che conduce alle coltivazioni, ho avuto modo di incrociare anche detenuti condannati all’ergastolo.

Guardandoli negli occhi ho notato una differenza fondamentale nel loro sguardo: non avevano visualizzato il momento e la scena della loro esecuzione.

Questo dettaglio agghiacciante è quello che fa la differenza.

Chi abbia provato a immaginarsi la rappresentazione della propria morte, non sarà più capace di guardare niente e nessuno nello stesso modo.

Il parere di Elena

Coraggio: questa  è la parola chiave per scoprire i segreti di un romanzo controverso ed  emotivamente sconvolgente.

Una storia dura, che sfida il bigottismo e affronta a testa alta temi scottanti come la vita e la morte.

Un libro capace di scatenare nel lettore un  meccanismo di ribellione e di pensiero, scritto da una penna raffinata, in grado di mantenere costante il livello di adrenalina e di descrivere le emozioni con tormentata e sublime poesia.

Vi aspetto lunedì prossimo!

Un abbraccio.

Elena