In un mondo magico e pieno di misteri, un’oscura minaccia affiora pericolosa ed affascinante, stravolgendo la vita di due giovani ragazzi. Due anime opposte, destinate a qualcosa di grande che li porterà a vivere un’avventura indimenticabile.

Ammettetelo: vi ho incuriosito vero? Benissimo!

Oggi seduto con me a questo tavolino c’è Alberto Chieppi, autore di “Il marchio del Serpente” primo volume della saga fantasy “Le cronache del Reame Incantato.

Buongiorno Alberto, benvenuto!

La prima domanda è semplice: che drink abbiniamo al tuo romanzo “Il Marchio del Serpente ”?

Buongiorno a voi. Io assocerei Il Marchio del Serpente ai Cocktail Molecolari o Mixology Cocktail, colorati e dall’aspetto magico quasi fossero delle pozioni alchemiche realizzate unendo gli ingredienti più disparati e bizzarri. Anche il romanzo, in cui la magia è l’elemento predominante, mescola trame, ingredienti diversi e anche sottogeneri diversi per creare qualcosa che possa stupire il lettore.
Le tecniche per creare i cocktail molecolari prendono il nome di mixology: una tecnica che somiglia quasi all’alchimia, vista la meticolosità con cui vengono miscelati gli ingredienti, una pratica raffinata che punta a ricreare un’esperienza di degustazione unica e totalizzante, che coinvolge tutti i sensi. L’originalità di questo metodo di preparazione si basa sull’unione di sostanze di diversa natura e consistenza, bilanciando con equilibrio e originalità i sapori degli ingredienti. È una tecnica che richiede un approccio scientifico nella miscelazione di sapori e colori, di densità e consistenze diverse tra i vari prodotti gastronomici.

Com’è nata la tua passione per la scrittura?

Ho sempre amato inventare storie. Avventurose, piene di mostri, luoghi fantastici, magia e misteri. Ricordo che alle elementari, avevo una maestra che ci dava spesso da svolgere temi di fantasia, dovevamo immaginare di essere un’ape o un pesce e raccontare una storia dal nostro punto di vista e io mi divertivo un mondo. All’esame di quinta elementare, mi sono rifiutato di svolgere i temi proposti e ho inventato una storia sul mio cartone preferito di allora: i Cavalieri dello Zodiaco. Ecco, credo che la passione, non tanto nella scrittura, ma nell’inventare storie fantastiche, sia nata in quegli anni. Tuttavia, ho iniziato a scrivere in maniera sistematica e a pensare alla stesura di un romanzo soltanto in età adulta. Il Marchio del Serpente è nato quasi otto anni fa, durante una vacanza in montagna, alcuni mesi dopo la nascita del mio primo figlio. È stato grazie a lui che ho deciso di scrivere una storia che potesse poi leggere una volta grandicello.

Come sviluppi un romanzo? Crei delle scalette oppure utilizzi un altro metodo?

È un processo che non ho deciso a priori, ma che sembra funzionare. In un primo momento, lascio la mente libera di immaginare e costruire un mondo che sia credibile. Come in un sogno, immagino città, foreste, valli, luoghi oscuri e misteriosi, li popolo di creature e abitanti, ipotizzo le leggi che governano questo mondo e come si esplica la magia in esso, dato che la magia deve essere sempre presente nelle mie storie, è un tassello imprescindibile. Dopo che ho pensato tutto nei minimi particolari, inizio a schematizzare la trama e le vicende dei personaggi. È un processo iterativo, ma che mi porta a creare una scaletta in cui definisco in modo maniacale tutte le scene di ogni capitolo. Solo alla fine inizio a scrivere.

Tra i tuoi personaggi quale preferisci e perché?

Non c’è un personaggio in particolare che preferisco. È come chiedere a un genitore quale sia il figlio preferito. Mi sono affezionato a ognuno di essi, nonostante ce ne sia qualcuno più simpatico o qualcuno più affine al mio carattere. Ad ogni modo, per quanto riguarda le Cronache del Reame incantato, quello che mi diverte di più è Zuk Zannamonca, il goblin pasticcione che si trova a instaurare uno strano sodalizio con Mephisto, lo stregone oscuro che vive rinchiuso nell’Aldilà. Non vi nego che in futuro Zuk non possa avere una storia tutta sua.

Cosa secondo te non può assolutamente mancare in un libro perché resti impresso nel cuore del lettore?

Credo che ogni lettore sia diverso e che non esista un unico ingrediente che possa far breccia nel cuore di tutti. Tuttavia, se un libro non suscita alcuna emozione, difficilmente occuperà un posto speciale nella classifica personale di nessuno. Che sia paura, meraviglia, commozione, stupore, voglia di evasione o qualsiasi altra, basta che sia un’emozione che faccia vibrare l’anima, che lasci un segno su di essa, come una ferita, una cicatrice indelebile.

Se dovessi scegliere una canzone come colonna sonora per la tua saga, quale sarebbe?

Di solito scrivo in religioso silenzio. Tuttavia, ultimamente, riesco a concentrarmi anche con musica strumentale, epica come quella dei Two Steps from Hell, perfetta per le scene dei combattimenti magici o dei viaggi in terre lontane.

Saluta i nostri lettori con una delle tue citazioni preferite.

La solitudine è troppo spesso sottovalutata

Non mi resta che ringraziare Alberto per la disponibilità.

Vi lascio un piccolo estratto tratto da “Il Marchio del Serpente”primo volume della saga “Le cronache del Reame Incantato” e la mia opinione sul romanzo.

Estratto

«Io uno stregone?» chiese Sam incredulo. «Com’è possibile? Io non ho alcun potere.»

«Sam, ascoltami. Tu sei uno stregone; lo sei sempre stato. La magia dormiva in te ed era necessario che qualcuno la risvegliasse. Gli Spector non saranno felici di ciò. Era quello che stavano cercando di evitare.»

«Ma io non so fare nulla di quello che hai fatto tu stanotte!» esclamò Sam contrariato.

Melania rise, nonostante sembrasse sempre più stanca.

«Ho detto che ho risvegliato la tua magia, non che tu ora la sappia usare! C’è tempo per imparare!» disse la ragazza con un accenno di sorriso. «Ora devo dormire, il rito mi ha prosciugata. Sarebbe meglio che ti riposassi anche tu, visto quello che ti aspetta», concluse appena prima di stendersi.

Mentre Sam si rivestiva, sentì il respiro della giovane donna rallentare e farsi regolare. Avrebbe voluto farle altre domande; mille dubbi si rincorrevano e si accavallavano l’un l’altro nella sua testa. Era uno stregone? Sembrava assurdo. Ma, a ben pensarci, sembrava anche molto eccitante. Mentre cercava di fare ordine nel caos che aveva in testa, si stese anche lui e, nonostante la magia che sentiva ancora serpeggiare dentro di sé e tutti quei pensieri che lo divoravano, ben presto chiuse gli occhi e si addormentò.

Il parere di Elena

Se avete voglia di lasciarvi trasportare in un mondo fatto di ironia, mistero e una dose massiccia di

magia “Il marchio del Serpente” è il romanzo che fa per voi.

Un libro che va degustato pagina dopo pagina, dove ritroverete senza difficoltà, il gusto dolce e delizioso dei fantasy che hanno fatto la storia di genere arricchito da un tocco pepato regalato dallo stile fresco e travolgente dell’autore.

“Le cronache del Reame Incantato” è una saga indirizzata ad un pubblico per lo più molto giovane, ma che saprà con la sua profonda leggerezza conquistare qualsiasi lettore.

Vi aspetto al prossimo appuntamento

Buona Lettura!

Un abbraccio

Elena