Amiche e Amici, bentrovati!

Oggi vorrei parlare con voi di una attività che per alcune Autrici e Autori è non solo una tecnica di scrittura, ma anche un piacevole momento creativo.

Sto parlando del world-building, ovvero la creazione del mondo fantastico dove i personaggi dei racconti e dei libri si muovono.

Ma andiamo un po’ con ordine, proviamo come sempre ad affrontare la materia con semplicità e immediatezza.

In questo caso, badate bene di non confondere il world-building con lo storyboard o sceneggiatura.

Qui non si tratta di immaginare lo scorrere degli eventi e stilarne una traccia che ne delinei l’evolversi nel tempo e nello spazio, stilando le linee narrative entro le quali i Personaggi si muovono.

No, qui si tratta di creare tutto ciò che gira loro attorno.

In che luogo vivono? Di che razza sono? Che lingua parlano? Seguono leggi particolari? Hanno una fede o un credo? Quali sono i loro nemici naturali? Vivono sulla terra o sono creature volanti? O entrambe?

Il world-building è meno semplice di quanto sembri e va al di là di queste semplici domande che tuttavia sono un buon inizio. Creare un mondo con “regole” coerenti aiuta a dare alla propria opera una struttura credibile.

La sospensione dell’incredulità accetta più facilmente un ambiente ben delineato, pur senza offendere la capacità creativa dell’immaginazione del lettore. Il world-building infatti ha più valenza per l’Autore che per il pubblico.

Come sempre, parto da un esempio personale.

Nella mia opera di esordio, Daanan, ho descritto viaggi a cavallo di molti personaggi. Ebbene, nella scansione temporale, ho dovuto tenere conto di tali spostamenti. Ma come “calcolarli”? Con un po’ di world-building ben fatto.

Grazie al mio “uomo delle mappe” Gabriele Russo, che ha realizzato l’intera cartografia del continente, abbiamo calcolato i tempi di percorrenza tra i punti della mappa: piedi, cavallo, nave, spostamento aereo.

Ora, al Lettore questi calcoli poco interessano, tuttavia aiuta me a restare coerente con gli accadimenti che descrivo. Se per fare un viaggio i Personaggi ci mettono mesi, è credibile pensare che passi una stagione e quindi partano in estate e arrivino in autunno.

Lo stesso principio si estende a molti degli aspetti di un mondo che si vuole creare in maniera adeguata. Ecco alcune semplici considerazioni che possono aiutare a capire.

  • Geografia: avete una popolazione numerosa da piazzare? Mettiamo che siano Umani come noi? Beh, forse è il caso di pensare a una geografia ricca di acqua, con fonti di cibo come animali selvatici, pesce. Avete una razza più “aliena”? Fate in modo che la geografia sia adeguata alle loro necessità!
  • Razza: se vi appoggiate a uno stereotipo, diciamo che non ci sono troppi problemi, ma se vi inventate una razza nuova? Riflette bene sulle sue necessità fisiche, psicologiche, mentali, affettive, emotive, sociali, politiche.
  • Linguaggio: una delle pratiche di world-building più spinose e affascinanti. Creare una nuova lingua è un esperimento stimolante ma complesso. Inventare nomi è una cosa, stilare le regole che ne stabiliscano la sintassi è un altro discorso. Eppure… pensate a quando sia affascinante un linguaggio come il Na’vì di Avatar oppure credibile il Klingon di Star Trek.
  • Fede, Divinità e Religioni: altro argomento piuttosto impegnativo, perchè si rischia di andare a toccare la sensibilità altrui. Su questo aspetto di certo è necessario che poi i Personaggi si attengano o meno a tali aspetti, con le relative conseguenze.
  • Magia: ciò che rende quasi tutto veramente fantastico. Ma se non viene ben calibrata, rischia di togliere il gusto a tutto ciò che avete creato. Diventa un comodo escamotage per risolvere situazioni, togliendo pathos alla difficoltà delle cose.

Non mi dilungo oltre su questi aspetti, credo che abbiate ben compreso cosa intendo.

Anche ciò che ogni punto sottende, ovvero che un world-building di successo necessità di una particolarità che lo rende vincente o meno: equilibrio, bilanciamento.

Una geografia troppo “estrema” rende il vissuto dei Personaggi troppo impegnativo (a meno che non sia un post-apocalittico distopico horror… allora in questo caso siate estremi quanto vi pare!); una Razza troppo potente toglie spazio alle altre, prevaricandole; la Magia senza controllo rende troppo facile la vita ai Personaggi: uno schiocco di dita e un pericolo svanisce.
No, non va bene.

Usate sempre il buon senso, date una ragione a ciò che create.

Fare world-building non è facile e non lo si fa in un giorno, come Roma.

Bisogna leggere, tanto e tanti testi. Studiare? Anche. Dipende da quanto volete o sentite di dover essere accurati. Avere le idee chiare aiuta il vostro “show don’t tell” ad esprimersi al meglio.

Io, prima di mettermi a disegnare a manoni la mia prima mappa di Daanan con matita e foglio di carta, ho tirato fuori dalla biblioteca del tempo (cantina) un vecchissimo libro di Geografia delle scuole medie. Sapete, quello scritto in caratteri cuneiformi sulle tavole di cera…

Scherzi a parte, dato che avevo deciso che Daanan dovesse avere per semplicità le stesse dimensioni della Terra, la stessa composizione fisica (nucleo, mantello, ecc.) e lo stessa posizione in un sistema solare (quindi ciclo giorno/notte ecc.), ho preso un libro di Geografia e mi sono studiato: montagne, valli, fiumi, mari, laghi, abissi, ghiacciai e via dicendo.

Poi… poi ho disegnato, tanto. Cancellato. Disegnato. Cancellato e ripreso a disegnare.

Ecco, questo è un aspetto del world-building.

Per tutto il resto? Applicate la stessa regola.

Volete una Razza che assomigli ai Serpenti? Andate a leggere come si comportano quei rettili.

Volete un linguaggio nuovo ma dal suono gutturale? Che ne dite di leggervi qualcosa in Tedesco?

Volete applicare la Magia Elementale? Studiate un po’ di fisica e il comportamento degli elementi nella Natura.

Un’ultima cosa: questi son consigli.

Ci sono numerosi siti che parlano di questo argomento e gente molto più esperta di me.

Nella speranza di avervi dato una nuova idea o stuzzicato la fantasia… buon divertimento!

Create mondi!

Rispettosamente vostro,

J. River